Moder: ’Poco dopo mezzanotte’: "Così ho cercato la mia verità"

Un disco "molto cinematografico", come lo definisce l’autore. Un disco che, per quanto "vario a livello musicale", ha avuto "fin dal primo giorno la sua sceneggiatura". Lui è Moder (pseudonimo di Lanfranco Vicari), rapper ravennate classe 1983, conosciuto dai fan dell’hip-hop di vecchia data e dagli amanti del genere di nuova generazione. Anche per l’immenso lavoro che, da anni, porta in Romagna alcuni dei più grandi artisti rap italiani e internazionali, unendo writing, breakdance e tutto ciò che la cultura underground porta, dentro l’Under Fest di Ravenna.
Il disco è ’Poco dopo mezzanotte’, uscito il 24 ottobre su tutte le piattaforme digitali per GloryHole Records e Cisim-LODC, con distribuzione Believe. Dentro ci sono anche altri nomi di punta come Willie Peyote, Jack The Smoker, Claver Gold, Tormento, Dutch Nazari, Frank Siciliano, Adriana, Ugo Crepa, Arianna Pasini e Ilaria Tampieri. Ma anche producer e ingegneri del suono del calibro di Duna (che ne ha curato la direzione artistica con Moder), SuperApe, KD-ONE, Tony Lattuga, Maclam, Gourmet Beats, Sinapsy, il tastierista Nicola Peruch e il polistrumentista Opez.
"Mi sono ispirato al film del 2016 ‘Sette minuti dopo la mezzanotte’, diretto dallo spagnolo Juan Antonio Bayona – spiega Moder –. Una sorta di ‘favola per adulti’ con protagonista un bambino che deve affrontare la morte della madre. Una prova terribile che lo porta a chiamare a sé un mostro per riuscire a dare un senso a tutto quel dolore: il mostro gli racconterà tre storie e pretenderà una quarta storia in cambio: la sua verità. La scrittura è stata il mio mostro, l’ho chiamata ogni volta che non ce la facevo più e ogni notte mi ha raccontato una storia. Ho racchiuso queste storie nei miei tre dischi, provando a cercare la mia verità".
’Poco dopo mezzanotte’ mette infatti la parola fine a un’ideale trilogia iniziata nel 2016 con ’8 Dicembre’ e proseguita nel 2020 con ’Ci sentiamo poi’. Pur mantenendo il suo stile il rapper, rispetto ai dischi precedenti, dimostra uno sguardo più consapevole, maturo, distaccato e ampio sia sul proprio vissuto sia sull’attualità sociale. E, nello specifico, di quella italiana, affrontata nei versi di più canzoni.
Un lavoro, va detto, anche molto eterogeneo, che tiene assieme generazioni diverse, musiche diverse, sfumature diverse dal rap più classico e graffiato alle nuove melodie della trap. Trovando, come filo conduttore, la scrittura e le emozioni di Moder. L’album è realizzato grazie al contributo di Legge sulla musica della Regione.
İl Resto Del Carlino




